A cosa servono davvero gli yogurt alla frutta o aromatizzati

Gli yogurt alla frutta e, in generale, gli yogurt aromatizzati (caffè, nocciola, pistacchio, ecc.) fanno abbastanza schifino dal punto di vista nutrizionale: sono troppo ricchi in zuccheri, spesso contengono aromi artificiali e la materia prima usata (frutta, frutta secca) non sempre è il massimo, ad usare un eufemismo.


Per quanto riguarda gli zuccheri considera che i formati più piccoli da 125 g apportano, in media, 15-20 g (2-3 cucchiaini / 1 cucchiaio pieno) di zucchero ciascuno: una dose mica da ridere. Bastano 3-4 yogurt da 125 g per assumere la quantità giornaliera massima di zuccheri semplici (per un uomo questa dose ammonta a 72 g, per una donna 55 g. A dire il vero, sono dati che lasciano il tempo che trovano e andrebbero contestualizzati, ma è per capirci ora), tuttavia si raccomandano caldamente quantità ben inferiori (25 g/die di zuccheri). Se pensiamo che questi yogurt sono usati come spuntino (1-3 al giorno) o, addirittura, come sostituto pasto quando si è di fretta o fa caldo (3-??? al giorno) è facile capire che le quantità di zucchero in gioco sono davvero tante. E stiamo parlando solo di yogurt, se uno zucchera il caffè o mangia una merendina/cioccolatino anche per sbaglio le quantità aumentano ulteriormente.


Purtroppo il fatto che si chiamino “yogurt alla frutta” fa passare l’idea che siano degli alimenti sani (lo yogurt fa bene, la frutta anche quindi lo yogurt alla frutta è il massimo) e questo facilita l’abuso. Per capirci 15-20 g di zucchero sono quelli contenuti in circa 2 cucchiaini di famose creme spalmabili dolci il che, beh, un minimo dovrebbe far riflettere. 


Ci sono diverse cose che non sopporto dell’industria alimentare, due sono in cima alla lista: 1) l’utilizzo di termini che possono essere fraintesi come nel caso di “yogurt alla frutta” = “alimento sano” e 2) quella di fare i giochi “magici” con le calorie (spesso usata in abbinamento al punto 1). Molti di questi yogurt sono a base di latte scremato se non, addirittura, allo 0% di grassi. Questa caratteristica viene proposta come un plus, un vantaggio per l’utente finale che può acquistare un prodotto povero di grassi (buuh, che paura) e pure basso di calorie visto che ogni grammo di grasso apporta 9 calorie (almeno in uno strumento da laboratorio, nel corpo umano la questione è diversa). Togliere i grassi vuol dire ridurre molto le calorie e permette di usare più zucchero che, grazie alle sue sole 4 calorie per grammo, ha meno della metà delle calorie dei grassi. Poche calorie equivale a prodotto “dietetico, meno ingrassante” (NON è così) e tanto zucchero significa un prodotto più buono e, quindi, più vendibile.


*Affrontare la paura del grasso

Vuoi fare un esperimento? Sostituisci gli spuntini dolci, anche se poveri di calorie, con alimenti grassi come frutta secca intera (mandorle, nocciole, noci, ecc, NON frutta disidratata: per la differenza leggi qui), cocco, cioccolato molto fondente (80% in sù. Oppure cerca un compromesso: leggi qui). Dopo 3-4 settimane “datti un occhio” generale e vedi cos’è cambiato in termini di stabilità a livello di energie fisiche e mentali, quantità di fame percepita lungo la giornata e forma fisica: potresti vedere delle belle sorprese.


«Ok, bene, il messaggio è chiaro: non mangiare gli yogurt aromatizzati, usa quelli bianchi e, se proprio vuoi, arricchiscili con della frutta fresca tagliata a pezzi, dell’estratto di vaniglia “buono”, del caffè “vero”, della frutta secca a pezzi. Lo sappiamo, è sempre la solita vecchia storia: serviva proprio un altro articolo al riguardo?» 


Si e no. No, perché il messaggio può davvero ridursi a: “se vuoi uno yogurt alla frutta mangia dello yogurt bianco con frutta fresca a pezzi”, sì perché la questione non è così semplice e c’è un problema di fondo. E qual è il problema? Il problema è che gli yogurt aromatizzati sono buoni, dannatamente buoni. E dover rinunciare a qualcosa di buono in favore di qualcosa di sano è una mossa vincente in teoria, ma fallimentare in pratica.


Affinché le cose vadano come dovrebbero è necessario considerare nell’equazione “dieta” anche il palato ammettendo che l’industria alimentare, in merito a gusti e sapori, non è seconda a nessuno.

Quindi, invece di togliere per sempre gli yogurt aromatizzati, considerali per quello che sono: dei dolci, ottimi da usare ogni tanto come sfizio a fine pasto. Anzi, rispetto a fine pasto classici come biscotti e merendine, sono in grado di fornirti una quota proteica (5-8 g per dose) di tutto rispetto (almeno se li si confronta, appunto, con biscotti e merendine).


Considerare gli yogurt aromatizzati come dolce apre a scenari quasi infiniti: se prima ti limitavi a quello alla frutta perché “sano” ora non hai più limiti e puoi spaziare tra quelli più golosi, con aromi strani e magari scegliendo quelli che mixano cereali e biscottini! E’ un dolce, alla fine, siamo nel regno del palato: lascia che sia lui a decidere.


(E poi, scusa, ma te lo devo dire: sondare il reparto latticini alla ricerca del mix più goloso possibile con la stessa eccitazione che si ha quando si sceglie il gelato mentre tutti gli altri sono lì, seriosi e concentrati, è impagabile).


* Perché a fine pasto?
Perché un conto è mangiare un alimento ricco di zuccheri da solo, a stomaco vuoto o quasi, un altro è mangiarlo alla fine di un pasto composto da proteine, grassi, carboidrati e fibre. Nel primo caso gli zuccheri hanno la strada spianata e, come vengono assunti, finiscono nel circolo sanguigno con impatti notevoli sulla glicemia e sul rilascio di insulina. Nel secondo caso, invece, gli zuccheri si “disperdono” in mezzo a tanti altri nutrienti che sono in attesa di essere digeriti e assorbiti. L’assorbimento degli zuccheri viene così modulato e l’impatto sulla glicemia e insulina è più modesto.
C’è anche un aspetto educativo: limitare gli zuccheri – e, per estensione gli alimenti dolci – a poche occasioni rende più facile goderseli e ne limita l’abuso inconsapevole.